UNA CISTA PRENESTINA AL FIELD MUSEUM OF NATURAL HISTORY DI CHICAGO (USA)
La Settimana Enigmistica… prenestina (n° 17)
Forse non tutti sanno che…
una cista prenestina è conservata al Field Museum of Natural History di Chicago, U.S.A.
Non si conosce la data del suo ritrovamento a Praeneste; la cista, già appartenente alla collezione Sarti, poi Gagliardi e Riofreddo, fu acquistata dal Museo americano nel 1914 in una vendita di antichi oggetti d’arte organizzata dalla Galleria Sangiorgi di Roma.
L’impugnatura è composta da due delfini con le code sollevate ed unite a formare un arco e ancora inarcate a sostenere una piccola sfera. Sul coperchio, entro una cornice di foglie d’alloro alternate a bacche, sono incisi due gruppi di animali che si stanno affrontando; grifone e leopardo, grifone e leone.
Sul corpo, inserite tra un tralcio di edera e corimbi in alto e palmette in basso, un corteo dionisiaco, con Dioniso in lunga veste, la pantera, un obeso Sileno, barbato, nudo e con scarpe. Di fronte al Dio sono una Menade, accompagnata da un capriolo, danzante al suono di tamburello; un Satiro con corto chitone, alte scarpe, tirso nella mano sinistra e una situla (vaso metallico) nella destra; una suonatrice di doppio flauto; un gruppo di tre menadi, una delle quali afferra una compagna per i capelli e sembra volerla uccidere con un coltello.
Le otto borchie con anelli, applicate sul corpo, cadono al1’altezza delle spalle dei vari personaggi. I piedi sono costituiti da tre zampe leonine su basetta circolare su cui si innestano altrettante piccole sfingi alate di prospetto.
La cartolina che presentiamo, la cui didascalia al retro è Engraved bronze cista, è stata stampata probabilmente dallo stesso Museo, subito dopo l’acquisto, ed è stata presentata per la prima volta nel nostro libro Capolavori di Praeneste nel mondo. Una ricerca attraverso le cartoline, che l’amico ed editore Bruno Gardien ha pubblicato l’anno passato.
il disegno svolto del corpo della cista è preso dal catalogo di vendita della Collezione Sarti, redatto da Ludwig Pollak nel 1906.
