GIOVANNI BATTISTA CALANDRA UN ARTISTA PIEMONTESE NELLA ROMA DI URBANO VIII

13 Dicembre 2012 Off Di

Una monografia di Arabella Cifani e Franco Monetti dal titolo “Giovanni Battista Calandra (1586-1644). Un artista piemontese nella Roma di Urbano VIII, si Maderno e di Bernini” ci ha fatto riscoprire la figura di questo artista e mosaicista che restaurò il mosaico del Nilo di Palestrina.

Una monografia di Arabella Cifani e Franco Monetti dal titolo “Giovanni Battista Calandra (1586-1644). Un artista piemontese nella Roma di Urbano VIII, si Maderno e di Bernini” ci ha fatto riscoprire la figura di questo artista e mosaicista che restaurò il mosaico del Nilo di Palestrina.
La vicenda di Calandra, nativo di Vercelli, si iscrive quasi totalmente durante il pontificato di Maffeo Barberini, eletto Papa nel 1623. L’artista fu nominato un anno prima soprastante alla Fabbrica di San Pietro e morirà, come il Papa, nel 1644. Lo studio di Cifani-Monetti ripercorre le tappe della fervida attività di Calandra che con i Barberini raggiunse l’apice della sua carriera artistica. A Roma iniziò la propria carriera nella decorazione delle Stanze dell’Archivio Segreto vaticano, proseguì lavorando con diversi pittori ma espresse il meglio di se come mosaicista, dedicandosi alla ricerca di nuove metodologie, analizzando i materiali e “raggiungendo – come scrive Anna Lo Bianco direttore della Pinacoteca Nazionale di Palazzo Barberini – una perfezione formale raffinatissima che non ha rivali nel mosaico minuto”. Fu proprio questa padronanza che gli consentì di affrontare restauri eccezionali come quello del grandioso Mosaico Nilotico di Palestrina.

Il resto dell’articolo si può leggere nella sezione Articoli 2012 alla data dell’8 dicembre.