L’ULTIMO RITROVAMENTO DEL CARTOLINARO: VEROLI – PIAZZA PALESTRINA

L’ULTIMO RITROVAMENTO DEL CARTOLINARO: VEROLI – PIAZZA PALESTRINA

15 Novembre 2023 0 Di angelo

L’ultimo ritrovamento del cartolinaro è una cartolina  di Veroli  che riproduce Piazza Palestrina. La cartolina, edita dal bar tabaccheria A. De Caris, è stata spedita dalla città del Frusinate a Roma nel 1954, quindi quasi 70 anni fa.

La piazza fu dedicata alla città di Palestrina in ricordo del “più antico gemellaggio tra città appartenenti alla stessa regione”, come scriveva Attilio Cadderi.1

L’amicizia tra gli abitanti delle due località, che ancora oggi si manifesta con la presenza ufficiale dei Gonfaloni nelle feste dei rispettivi Patroni, risale a più di quattrocento anni fa, precisamente al 1575, quando i Palestrinesi accolsero i Verolani che si recavano a Roma per l’Anno Santo. “Il pellegrinaggio, allora, – scrive Cadderi – per il carattere di eccezionalità e le condizioni sociologiche dei partecipanti costituiva veramente la festa dei poveri. Era quasi tutta la popolazione valida che sulle ali dell’entusiasmo religioso si muoveva verso la Città eterna al grido di “Dio lo vuole”. Gente di ogni età e condizione, che andava per lo più a piedi, cantando e pregando come gli antichi romei. Si faceva tappa all’aperto, nei prati o al riparo degli alberi, per mangiare e riposare. Non mancavano i tradizionali balli popolari al suono dei tamburelli a dare agli animi il necessario relax. Il tempo adatto era la tarda primavera o l’estate inoltrata, quando i lavori dei campi permettevano ai contadini una tregua e il cielo si manteneva sereno. Ma se un temporale sorprendeva i pellegrini per la strada, lontano dai luoghi abitati, erano guai grossi. Così successe nel 1575 ai mille Verolani che, con il Vescovo in testa, andavano a Roma per l’indulgenza giubilare. Giunti nei pressi di Palestrina furono sorpresi da un violentissimo temporale che li costrinse a rifugiarsi in città. I Prenestini li accolsero con grande carità, fornendo loro ogni aiuto, e in quest’opera di misericordia si distinsero non solo le autorità ma tutto il popolo, facendo a gara nel dare cibo, vesti e un letto per la notte. Quando il giorno dopo i Verolani ripresero il cammino verso Roma, si portarono appresso il ricordo di quella generosità commovente, che non vollero dimenticare”.2

Lasciamo a Leonardo Cecconi, storico prenestino, il compito di ricordare la concessione della Cittadinanza: “Da ciò ne avvenne che tornati i Verolani nella loro Patria pensarono in contrasegno della loro gratitudine concedere della Cittadinanza a tutti i Prenestini. Fattane dunque la proposizione in pubblico Consiglio, fu accettata di unanime consenso; e ne fu disteso un amplissimo Decreto, che per maggior fermezza, e decoro fu sottoscritto dal Cardinale Alessandrino, ch’era di quel tempo Governadore di Marittima, e Campagna; l’inviarono a questo Publico in carta pergamena adorna di rare miniature allusive alle antiche memorie di questa Città, facendolo presentare a questo publico Consiglio mediante un primario loro Cittadino Francesco Campanari Uomo molto dotto, ed eloquente, e poscia Vescovo di Alatri. Essendosi portato questi in Palestrina esseguì con tutto decoro l’imposto incarico; e fu ben giusto che i Prenestini in segno di dovuta riconoscenza usassero questo stesso oficio verso i Verolani; di manieracchè da quel momento gli Abitanti di queste due Città si riguardano come Confederati, ed osservano gli uni agli altri con somma religiosità i diritti di una perfetta Concittadinanza”.3

 1) Cadderi A., Palestrina-Veroli un gemellaggio fiorito in clima d’anno santo, in “Lazio ieri e oggi” n° 12, dic. 1975, p. 299.

2) Cadderi A., Idem.

2) Cecconi L., Storia di Palestrina Città del prisco Lazio, Ascoli 1756, pp. 336-338.