PIETRO ANTONIO PETRINI E LE MEMORIE PRENESTINE SU LAZIO IERI E OGGI

PIETRO ANTONIO PETRINI E LE MEMORIE PRENESTINE SU LAZIO IERI E OGGI

7 Maggio 2025 0 Di angelo

Il 29 aprile scorso al Bibliobar di Roma, di fronte a Castel S. Angelo, sono stati presentati gli ultimi due numeri (638 e 639) di Lazio ieri e oggi, “La rivista di Roma e della sua regione” – come recita il sottotitolo. I numeri sono stati presentati da Mariarita Pocino, direttore responsabile, Marco Onofrio, caporedattore e Stefania Severi, segretaria di redazione; un intervento è stato fatto fare anche ad alcuni degli autori degli articoli presenti alla manifestazione.

Il numero 639 (ottobre-dicembre 2022) ha ospitato articoli di Francesca Coiro Cecchini (Il quartiere Coppedé), Stefania Severi (Nepi città delle acque), Valentina Florio (Costruzione e trasformazione del castello di Torrenova), Ileana Tozzi (I paesaggi reatini di Erminio Cimmino), Rodolfo Maria Strollo (La pietra sperone del Tuscolo e la cava di Monte Salomone a Monte Compatri), Angelo Pinci (Pietro Antonio Petrini e le Memorie prenestine disposte in forma di annali), Marco Onofrio (La Società Sportiva Chinotto Neri), Danilo Mazzoleni (Fossori e artigiani nella società cristiana dei primi secoli), Grazia Merelli (San Girolamo a Roma: luoghi di culto e iconografia), Carlo Pavia (Casa romana alla Regola).

Essendo il numero 639 relativo al quarto trimestre 2022, partecipammo con un articolo (pp. 294-302) che ricordava il terzo centenario della nascita di un illustre prenestino: Pietro Antonio Petrini.

Petrini, nato il 9 febbraio 1722, fu letterato e poeta, giureconsulto della curia romana e storiografo; fece parte dell’accademia degli Incostanti che aveva sede al Borgo e a Roma degli Arcadi, col nome di Arbace Tesmiano. Con questo pseudonimo pubblicò un volumetto intitolato Corona poetica nelle nozze degli eccellentissimi Signori D. Gennaro Caraccioli e D. Olimpia Barberini (1748), contenente 15 sonetti, e La poetica di Q. Orazio Flacco, restituita all’ordine suo e tradotta in terzine (1777). Quest’opera ebbe un notevole successo tanto da avere ben altre cinque ristampe, successo che fu riconosciuto soprattutto da quei due famosi poeti che erano allora Voltaire e Metastasio.

L’indubbia vocazione storiografica dedita alla città natale si comincia ad evidenziare con la pubblicazione del volumetto Di sant’Agapito Prenestino, della basilica a lui eretta in Palestrina e delle sue reliquie ivi venerate (1793), un lavoro agiografico sul santo patrono e sulla cattedrale a lui dedicata. Nel 1801 pubblicò la tragedia Agapito Prenestino martire, un dramma sulla vita del santo, articolata in tre atti.

L’opera principale è sicuramente il libro Memorie prenestine disposte in forma di annali (1795) che si caratterizza per l’andamento annalistico, cioè gli avvenimenti sono trattati anno per anno, e soprattutto per il risultato dato ai rinvenimenti archeologici che si susseguivano in quegli anni a Palestrina. Il libro, di 517 pagine, si divide in tre parti, la prima ripercorre la storia di Palestrina, la seconda una raccolta di iscrizioni distribuite in quattro classi, cioè 56 sacre, 24 onorarie, 84 storiche e 119 funerarie; la terza comprende 90 documenti di corredo alle memorie. Il libro è corredato da ben sei tavole raffiguranti la mappa della diocesi, quella del territorio della Città col circuito murario, un mosaico oggi scomparso, una cista, uno specchio, tre cammei, un orologio solare e una testa di donna.; nel frontespizio del libro è un’incisione con veduta panoramica della città.

Petrini morì a Roma il 26 luglio 1803 e fu sepolto, insieme alla moglie, in S. Maria della Concezione dei Cappuccini, chiesa dei Barberini, dove si trovano le lapidi commemorative.