I RILIEVI GRIMANI DA PALESTRINA AL KUNSTHISTORISCHES MUSEUM DI VIENNA

I RILIEVI GRIMANI DA PALESTRINA AL KUNSTHISTORISCHES MUSEUM DI VIENNA

13 Giugno 2020 0 Di angelo

La Settimana Enigmistica… prenestina (n° 22)
Forse non tutti sanno che… a Vienna sono conservate due lastre marmoree provenienti da Palestrina: i rilievi Grimani.

I due rilievi, conservati al Kunsthistorisches Museum di Vienna, raffigurano una pecora e una leonessa; essi, insieme ad un terzo rilievo esposto al Museo  Archeologico di Palestrina raffigurante una cinghialessa, ed un quarto di cui si è conservato soltanto un angolo, facevano parte di un unico monumento: una fontana pubblica. Gli animali, che allattano i loro piccoli, sono inseriti in un contesto vegetale e alludono all’alternarsi delle stagioni che scandiscono il ciclo annuale del rigoglio e del benessere. La fontana si inseriva in quel filone di monumenti che doveva celebrare la prosperità e la pace data da Augusto all’Impero Romano, il più celebre dei quali è sicuramente l’Ara pacis.

Scoperti a Palestrina alla fine del XIX secolo, i primi due rilievi furono portati a Venezia da Domenico Grimani, da cui presero il nome; questi, che fu vescovo di Albano e Frascati nei primi anni del Cinquecento, fu uno dei più grandi collezionisti di sculture antiche dell’epoca e le sue collezioni furono portate nel palazzo della sua famiglia a Venezia, dove rimasero fino al 1883, quando furono venduti a Fursten Johann del Lichtenstein e, nel 1885, alle collezioni imperiali di Vienna. Il rilievo oggi al Museo di Palestrina fu scoperto nel 1962 nella zona del quadrilatero”, sotto l’attuale via degli Arcioni. Qualche anno fa, Antonio Giuliano ha proposto di riconoscere un quarto rilievo della serie in un frammento acquistato nel 1908 da Paul Arndt a Roma, nel mercato antiquario, ed oggi conservato nel Museo di Belle Arti a Budapest: si tratta dell’angolo superiore sinistro della lastra, dove si vede un ramo di platano e l’ala di un uccello. Delle due lastre di Vienna, nel 2010, sono stati realizzati dalla Banca di Credito Cooperativo di Palestrina i calchi che sono oggi esposti a fianco del terzo rilievo nel Museo di Palestrina.

Le lastre sono quadrangolari, dalla superficie concava e tutte dotate di fori per il passaggio dell’acqua, in corrispondenza della bocca degli animali. Filippo Coarelli ha ipotizzato che appartenessero al monumento di Verrio Flacco, collocato nel foro di Praeneste. Il grammatico prenestino era stato precettore di Gaio e Lucio, nipoti di Augusto, e compilatore del calendario romano noto col nome di “Fasti praenestini”, una copia dei quali era esposta, insieme ai rilievi, nell’emiciclo del monumento. Stante la presenza della cifra XI sul retro del pannello della cinghialessa, Nadia Agnoli ha ipotizzato che i pannelli potessero essere 12, uno per ogni mese.

Dei rilievi presentiamo due cartoline, la prima stampata dal Kunsthistorisches Museum nel 2005, la seconda in occasione della mostra che si tenne a Roma del 2014 in occasione del bimillenario della morte di Augusto, avvenuta a Nola il 19 agosto del 14 d.C.